La Società Enologica Scandianese e la Cantina Bertolani Alfredo: un legame di quattro generazioni

La Società Enologica Scandianese e la Cantina Bertolani Alfredo: un legame di quattro generazioni

La storia della Cantina Bertolani è fortemente legata alla Società Enologica Scandianese, un’eccellenza di Scandiano con sede nella Rocca dei Boiardo dal 1871 al 1918.

 

 

Alfredo Bertolani collaborava con loro, conosceva le persone, il territorio, le uve migliori; all’inizio degli anni ’20 rilevò le attrezzature cercando egli stesso di valorizzare le uve e la tradizione vinicola di Scandiano. 

Il nostro territorio ha da sempre una forte vocazione per la coltivazione della vite e per l’enologia: lo dimostra una testimonianza storica sull’uva di Scandiano del XV secolo ove Bianca Capello, andando in sposa al Granduca di Toscana, ebbe modo transitando da Scandiano di gustarne gli ottimi vini.E’ nella seconda metà del 1800 , precisamente nel 1874, che si forma a Scandiano la “Società Enologica Scandianese”, formata dai più importanti proprietari terrieri dell’epoca, ed aveva una grande importanza non solo per la storia locale, ma anche perchè rappresentava uno dei primi esempi di associazione e di scambio di conoscenze tecnologiche.

 

La società usava già un elegante marchio quando il vino, se messo in bottiglia, aveva al massimo una rudimentale etichetta.

E’ grazie alla famiglia Bertolani se oggi possiamo ripercorrere la storia della Società Enologica Scandianese in quanto Alfredo Bertolani, che aveva avuto relazioni commerciali con la Società Enologica per anni, acquisì parte delle attrezzature che tutt’oggi vengono gelosamente conservate in azienda.

Il ricordo di questa “Società” è sempre stato presente nei racconti prima del nostro bisnonno Alfredo e poi del nonno Vincenzo.  

 

Alfredo Bertolani e il suo calesse

 

Ci sono oggetti della “Società” che ci hanno accompagnato da sempre: i documenti contabili, amministrativi, pubblicitari che Alfredo conservava religiosamente in quanto se ne considerava il “continuatore”; le bottiglie di vetro con il marchio della “Società”; le bottiglie ancora piene di vino con l’etichetta originale; i marchi, la collezione forse completa di etichette.

Non ultimo le botti dell’ottocento in cui abbiamo sempre conservato l’aceto di famiglia.

Il bellissimo solaio della casa di Alfredo era pieno di questi ricordi: antiche casse che contenevano oggetti e documenti già vecchi alla sua epoca. Tutte testimonianze preziose che conserviamo gelosamente.

Sulla “Società” vi possiamo raccontare che:

– È stata attiva tra il 1873, anno della sua costituzione, e il 1918, anno in cui presumibilmente ha cessato di funzionare;

– Che i suoi magazzini erano nei sotterranei della Rocca di Scandiano;

– che era composta dai proprietari terrieri del paese;

– che, in sintesi, ha rappresentato una tappa fondamentale per la viticultura scandianese.

 

L’atto costitutivo, un documento dettagliato e preciso, dichiara in modo molto esplicito gli intenti dei fondatori. Redatto dal Notaio Gaetano Severi il 15 Ottobre 1873 a Scandiano “nella casa ragioni Bassi sulla Strada Maestra segnata al civico n. 19 in un ambiente a terreno ad uso di residenza della Società Enologica Scandianese con una finestra a meriggio” comincia con una formula di prammatica, ma certamente impressionante “ Nel nome stesso di Dio”.

E subito si spiegano le ragioni per cui si è voluto costituire questa “Società”:

“L’esempio di diverse fiorenti società in questa stessa nostra Provincia istituite collo scopo di schiudere novelle fonti di prosperità, accomunando (accomunando) i mezzi necessari allo sviluppo ed incremento di locali industrie e di territoriali ricchezze animava da qualche tempo taluni possidenti di questo Comune a trarre profitto dalle eccellenti, conosciute e pregiate uve dello Scandianese, per condizioni climatiche e telluriche a poche seconde, all’oggetto di dare quivi vita ad uno stabilimento vinicolo a decoro del paese, e nell’interesse tanto della possidenza quanto dell’industria”.

 

“….. noi non intendiamo di farne una speculazione; lo scopo nostro è di dar lavoro al paese e di tener alto il nome di Scandiano…..”.

L’iniziativa è accolta con grande favore tanto che il capitale sociale, ipotizzato in Lire 30.000, viene poi portato a Lire 36.000 dato l’interesse dei sottoscrittori.

Una firma importante, apposta sul rogito, è quella di Giuseppe Almansi. Suo padre nel 1838 aveva aperto a Scandiano la prima filanda di seta. Ma anche gli altri firmatari, il Dott. Tommaso Mattioli, presidente del consiglio di amministrazione, Geminiano Bonacini, il Dott. Matteo Angelini, il Dott. Tommaso Riva, consiglieri, si erano dati da fare attivamente se, come riporta sempre il rogito, avevano già iniziato una sperimentazione di due anni per verificare la fattibilità del progetto.

Questo progetto viene portato avanti con coerenza.

 

“Giusta il primitivo suo programma la Società vende vini liquorosi naturali prodotti esclusivamente con uve scelte delle colline scandianesi e perfezionate col tempo senza sofisticazione” recita un depliant pubblicitario. 

I risultati evidentemente sono buoni e l’azienda si fa apprezzare, vantando medaglie vinte in manifestazioni che si sono svolte oltre che a Scandiano, Reggio E. Piacenza e Cremona, a Parigi e a Filadelfia.

Oltre ai componenti del Consiglio di Amministrazione, troviamo nella Società altri nomi importanti: Cugini N.H Francesco di Ventoso, Zuccoli Cesare di Pratissolo, Basini Luigi di Chiozza, Spadoni Dott. Luigi di Viano, Bertolani Magg. Lorenzo di Dinazzano, Rangoni Conte Emilio, Campani Ing. Giuseppe, e tanti altri, certo non meno importanti, che hanno creduto nell’impresa.

 

 

I nostri documenti riportano eventi che possono sembrare meno significativi ma che hanno certamente avuto un grande impatto.

Il 14 Novembre 1895 muore Luciano Braglia , segretario della Società per 24 anni, cioè fin dai suoi inizi.

Lo piangono, oltre ai parenti, gli altri dipendenti: Ferrari Domenico, Zuccoli Alessandro, Caroli Silvio, Ferrari Luigi, Ferrari Angelo e Rossi Cesare e il suo amico Campani Giuseppe enotecnico e agente commerciale della società.

Il 29 Maggio 1916, anno di guerra, muore Domenico Ferrari dipendente della società dai suoi inizi, “ Capo-cantiniere da più di 30 anni e custode di fiducia degli estesi magazzini sociali”. E’ una perdita importante che probabilmente porta alla chiusura della società.

Alfredo Bertolani si era inserito in questa storia pochi anni prima. Abbiamo il prospetto del Conto Corrente che intratteneva con la Società nel 1912.

Per loro comperava uva e vendeva vino.

 

Quando nel 1918 la Società chiuse, si venne a trovare senza lavoro. Aveva allora 36 anni. Tentò prima col commercio di mobili, poi nel 1925 aprì una sua azienda vinicola.

Da allora l’azienda è cresciuta, si è evoluta, negli anni 2000 ha visto l’ingresso della quarta generazione della famiglia Bertolani, e ha cambiato sede. 

Ma la filosofia negli anni non è cambiata: come Alfredo ci lega una forte passione per il nostro territorio, le nostre uve e la voglia di produrre vini di qualità sempre maggiore. 

Cerchiamo di andare avanti e di migliorarci sempre più a livello tecnologico; ma non ci scordiamo di avere un piede nell’800 e ne siamo orgogliosi. 

 

 

 

Di seguito alcune foto che ritraggono la cantina dagli anni 60 ad oggi.