Nel 1920 Alfredo Bertolani, mediatore di uve, inizia i lavori per la costruzione della cantina, inaugurata cinque anni più tardi. Le attrezzature sono quelle della Società Enologica Scandianese, associazione di proprietari terrieri nata nel 1874 per diffondere il vino locale in Italia e all’estero. Dopo le esposizioni mondiali di Philadelphia nel 1876 e di Parigi nel 1878, la Società Enologica aveva cessato l’attività alla fine della Prima guerra mondiale.
La conoscenza delle terre di Scandiano e degli appezzamenti più vocati alla viticoltura permette ad Alfredo, aiutato dai figli Vincenzo e Nemesio, di portare sulla tavola un vino di ottima qualità apprezzato in Emilia e in Toscana. Il suo motto è “Semplicità, onestà e pulizia”, gli ordini sono raccolti con una stretta di mano e tenuti a memoria, il nome Bertolani diventa garanzia di tipicità e affidabilità.
La Seconda guerra mondiale non risparmia il territorio di Scandiano. Vincenzo, subentrato al padre, smonta il camion aziendale per evitarne il sequestro. A conflitto finito, nel 1945, è l’unico automezzo disponibile nel raggio di decine di chilometri e con esso può trasportare le uve dalle vigne alla cantina.
Sotto la guida di Vincenzo il nome “Alfredo Bertolani” diventa sinonimo di Spergola, l’uva tipica del territorio capace di distinguersi per un profilo aromatico e conviviale. L’azienda, punto di riferimento per questa produzione, è conosciuta da tutti come la Casa del Vino Bianco: qui viene prodotto il 40% del vino bianco del territorio.
Campo per campo, filare per filare, Vincenzo visita personalmente tutti i vigneti della zona selezionando i grappoli per i suoi vini fermentati naturalmente in bottiglia. Suggerisce tempi di raccolta e destinazioni, sceglie vasche diverse per la mostatura di uve provenienti da vigneti vicini ma distinti tra loro per esposizione e altitudine. Il vino è la sua vita, un amore contagioso che trasmette al figlio Giancarlo, pronto a ricambiarlo a suo modo.
L’entrata in azienda di Giancarlo coincide con l’inizio di importanti innovazioni tecnologiche che rivoluzionano i processi di vinificazione nel segno di una crescente qualità e una maggiore longevità dei vini. Dalla rifermentazione in bottiglia si passa a quella in autoclave, la pastorizzazione a pioggia sostituisce quella a immersione. Nel 1976 la Pro Loco di Scandiano commissiona mille bottiglie di “Bianco di Scandiano” come modello di riferimento per la nascita della prima DOC emiliana. Nel 1977 i vini aziendali debuttano all’estero alla Fiera di Londra.
Mentre aumenta la produzione di Lambrusco, l’azienda continua a precorrere i tempi in campo tecnologico. All’inizio degli anni Ottanta l’introduzione dell’imbottigliamento sterile è un’innovazione che la porta in breve tempo a specializzarsi in questo processo, effettuato anche per conto terzi. Inizia anche l’informatizzazione della cantina con l’arrivo dei primi pc.
La nascita della nuova DOC Colli di Scandiano e di Canossa, la riscoperta della Spergola come varietà regina del territorio e una maggiore attenzione alla bottiglia e alla sua capacità di raccontare il vino e l’identità di un territorio contraddistinguono la fine del Novecento. In questi anni grazie all’imbottigliamento in atmosfera modificata l’azienda risolve, sempre in anticipo rispetto ai tempi, il delicato problema dell’ossidazione del vino.
La quarta generazione di Bertolani ha i volti di Nicola, Andrea ed Elena, che insieme al padre Giancarlo nel 2008 realizzano il sogno della nuova sede. Ai confini del paese ma sempre nel cuore della Spergola, integrata nel paesaggio e con un’anima decisamente green. Iniziano preziose collaborazioni e un’attività di export in continua crescita tra Stati Uniti, Canada, Cina, Giappone ed Europa: nuove sfide che fanno crescere la cantina ed estendono i confini di Scandiano nel mondo.